giovedì 24 maggio 2012

VIA DEL CAMPO

Qualche giorno fa, il Liceo Artistico di Rieti A Calcagnadoro hanno organizzato una mostra di opere ispirate alla celebre canzone di De Andrè " Via del campo" e con il contributo del Liceo Classico M.T.Varrone  ne hanno sviscerato il testo, parlando  del disagio ed emarginazione al femminile nella musica, nell'arte,nella letteratura e nella vita quotidiana

questa la locandina dell'evento:

e questi i lavori dei ragazzi frequentanti le classi 2^  A e 2^ B del liceo artistico A. Calcagnadoro di Rieti:











mercoledì 9 maggio 2012

giovedì 3 maggio 2012

Mal di scuola

In giro per il web mi imbatto in questo blog, leggo tutto d'un fiato, e mi piace segnalarVi questo libro, può essere d'aiuto a tante persone.



sabato 24 marzo 2012


Ho mal di scuola!

Questo libro racconta la storia di un rapporto difficile: quello tra un bambino e la
scuola.
Di bambini come lui se ne incontrano in ogni classe: etichettati spesso come pigri,
 ribelli, distratti, poco svegli, dislessici, iperattivi o lazzaroni.
In realtà sono bimbi con una mente che funziona e pensa per immagini all’interno di
un sistema di istruzione basato sulle parole.
La scuola non sempre è preparata a riconoscerli e a capirli.
Questa storia è narrata da una persona che, vivendo accanto ad uno di questi
 bambini, ne ha condiviso per anni sofferenze, umiliazioni e successi: la sua
mamma.



Autore Di Lauro Anna
Dati 2012, 112 p., brossura
Editore Armando Editore  (collana Testimonianze)


PREMESSA

Il mio scritto non vuole essere un atto d’accusa nei confronti della scuola anche se, a dire il vero, ero così
 arrabbiata, frustrata e delusa che  rischiava di diventarlo. Non assomiglia e non è un trattato scientifi co, 
 la mia competenza si ferma all’interesse personale. Mi scuso fi n d’ora  con eventuali ed improbabili lettori per le
 inesattezze e le ingenuità –  tipiche dei non addetti ai lavori – probabilmente presenti.
Chi volesse approfondire le proprie conoscenze sui disturbi specifici dell’apprendimento ha oggi a disposizione 
molti scritti autorevoli. 
Sono solo una mamma “di buona volontà” che ha scelto di sottrarre un po’ di tempo al ferro da stiro e agli 
innumerevoli e abituali impegni: lavoro a turni, casa grande piena di gente che fa rumore, pranzi  e cene da 
preparare, sostegno pomeridiano nei compiti, soprattutto al fi glio affetto dal “mal di scuola”, consulenze 
psicologiche per problemi esistenziali di adolescenti e crisi di mezza età del marito, servizio taxi h24 per corsi di 
piano, allenamenti, spese, corse improvvise al Pronto Soccorso e via dicendo. Chi ha famiglia mi capisce. Perché
 l’ho fatto? 
Me lo chiedo anch’io, è stata una specie di necessità… Forse per trovare un luogo a tutte le domande che mi sono fatta in questi anni, rimaste  senza risposta. Forse per descrivere come si vive un disturbo dell’apprendimento dall’altra 
parte, da quella dei ragazzi e dei loro genitori. 
Tanti esperti che ne hanno parlato lo hanno fatto dalla loro prospettiva. 
Nei loro scritti non possono esserci la nostra sofferenza, il nostro impegno, le nostre fatiche o la frustrazione di
 dover vivere, spesso subire,  la scuola così com’è. Senza poter intervenire attivamente o esprimere  opinioni. 
La nostra esperienza, simile a tante, può far sentire meno sole  le persone che combattono le stesse battaglie,
 vivendo diffi coltà cariche  di ansie analoghe. Volevo regalare un gesto d’amore a tanti bambini e ragazzi, 
intelligenti e sensibili, che sembrano sempre peggiori di come  sono in realtà. Spesso discriminati all’interno della
 scuola, considerati  comunque pigri e negligenti, disordinati e poco organizzati, che scrivono male, leggono 
stentatamente, si distraggono e non si impegnano  abbastanza. Spesso hanno rapporti poco felici con i compagni,
 sono  incostanti, poco autonomi e, soprattutto, non rispettano mai i tempi.
Uno di questi è il mio, tipico esempio di mancanza totale delle belle  virtù tradizionalmente attribuite allo studente
 modello. Ha portato faticosamente il peso della sofferenza e del disagio del proprio insuccesso  scolastico.
 Un altro è suo padre, mai ascoltato da nessuno. Ha dovuto  lottare completamente solo con i suoi fantasmi. È
 stato tre volte in prima elementare. Uno di questi anni l’ha passato in un angolino della  classe, in castigo, sotto 
un cartello con la scritta Villa Ron-Ron. Cercava di rendersi invisibile, stando zitto ed immobile, ma il maestro
 pensava dormisse con gli occhi aperti. In ultimo, volevo anche scrivere di una  speranza. Mi è nata dopo aver 
vagabondato in rete cercando risposte  che altrove non trovavo. Molti studi hanno ipotizzato altre spiegazioni  per 
queste diffi coltà, altre teorie che allargano il cuore e trasmettono la  consapevolezza che, in un futuro non lontano, questi ragazzi, che già negli Stati Uniti chiamano Liberi pensatori multidimensionali, riusciranno ad esprimere la propria 
ricchezza anche all’interno dell’istituzione scolastica, finalmente compresi.